FIORE DE NOCCHIE

di Laura Ammannato
Il materiale raccolto ed utilizzato per la realizzazione di questo volume è il frutto di un lavoro
di ricerca “sul campo” che ho condotto in un ambito territoriale abbastanza circoscritto,
comprendente cinque comuni situati nell’area meridionale della Tuscia viterbese.
Essendo naturalmente nuova a questo tipo di esperienza, ho trovato un importante
punto di riferimento nell’unico lavoro etnomusicologico svolto nella provincia: la raccolta realizzata
dal Centro di Catalogazione dei Beni Culturali (CCBC) dell’Amministrazione provinciale
di Viterbo [1]. L’indagine, svolta negli anni 1980-81 nei comuni di Soriano nel Cimino
e Vasanello, aveva dato luogo a tre volumi, tutt’ora inediti, intitolati “A voce sola”.
Se quest’ultima può considerarsi un’indagine “a tappeto”, lo stesso non può dirsi per
la mia. Tuttavia la quantità di canti che ho documentato risponde positivamente a quello che
era il mio dubbio iniziale circa l’esistenza o, meglio, la persistenza, nella mia terra d’origine,
di repertori di tradizione orale.
Gli obiettivi principali della ricerca sono: constatare quanto il repertorio orale sia ancora
presente nella memoria delle persone appartenenti alla società popolare contadina dell’area
cimina; verificare la progressiva scomparsa (accertata già nel precedente studio, per
questo intitolato A voce sola) di stili esecutivi polivocali nello stesso repertorio.
L’originario carattere polivocale si può intuire facilmente dall’analisi delle linee melodiche
dei canti monodici raccolti, che spesso fanno pensare alla prima o alla seconda voce
di un canto “a due”. La perdita di certi stili esecutivi è dovuta a processi di disgregazione e
di trasformazione che, in atto nella comunicazione folclorica, incidono più fortemente nella
complessa espressione polivocale[ 2]. Questa, infatti, necessita sempre di determinate occasioni
di incontro, lavorative o festive, senza le quali si compromette la continuità di certe
prassi. La metodologia utilizzata mi ha condotto a registrare i canti nelle stesse abitazioni
delle “esecutrici” (tutte donne residenti nei luoghi oggetto di ricerca, di età compresa tra i
60 e i 90 anni; con la sola eccezione della signora Adelmira Creta, quarantottenne, con
una scolarità che non supera mai la quinta elementare) e in presenza di almeno tre o quattro
persone. I documenti sonori raccolti sono ovviamente decontestualizzati e pertanto privi di
quello spirito e di quella vocalità che sono peculiari dell’esecuzione musicale contadina. I
grandi spazi aperti in cui solitamente i canti di lavoro venivano eseguiti richiedevano, infatti,
che gli stessi fossero gridati, ascoltati a distanza e ripresi a mo’ di botta e risposta [3].
1. CCBC (Centro di Catalogazione dei Beni Culturali) “A voce sola”. Canti di tradizione orale di Vasanello e Soriano nel Cimino, a cura di Piero G. Arcangeli, Mario Imbastoni, Luisa Mattioli – Amministrazione Provinciale di VT, inedito.
2. Ignazio Macchiarella. “La polivocalità di tradizione orale in Italia” in “Canti e musiche popolari. Le tradizioni popolari in Italia”. Electa, Milano 1990, p. 9.
3. Laura Ammannato “Canti femminili della tradizione orale nell’Area Cimina”. Un’indagine etnomusicologica nella Tuscia meridionale: comuni di Vignanello, Vallerano, Vasanello, Canepina e Carbognano, in provincia di Viterbo. Tesi di laurea in D.A.M.S. musica, relatore Prof. Roberto Leydi, Università degli studi di Bologna, A.A. 1997-98.

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